Per il paziente

La ricerca

Il Centro di Medicina Integrata ha come obiettivo principale quello di studiare la correlazione tra metalli pesanti - principali inquinanti ambientali - e le malattie cronico-degenerative (dall'Alzheimer al Cancro) per intervenire a tutelare la nostra salute e salvaguardare la popolazione che vive in aree ad alto rischio ambientale - esempio, terra dei fuochi - . Tale centro avrà il compito di analizzare la relazione tra inquinanti e bioaccumulo dei metalli pesanti nelle cellule dei residenti, attraverso l'analisi e l'interpretazione del "mineralogramma dal capello", mediante il quale è possibile dimostrare quale inquinante e in che misura sia presente in ogni individuo esposto, oppure quale inquinante e in che misura un singolo organismo accumula e quale elimina. Individuare carenze o eccessi dei metalli offre una guida meticolosa ed indispensabile per integrare e consigliare attraverso un percorso di educazione alimentare e di selezione di frutta e ortaggi autoctoni atti a favorirne l'eliminazione ( detta chelazione).

Altro obiettivo del Centro è la valorizzazione del territorio, , in quanto dai primi studi eseguiti già da circa dieci anni fa si è osservato che un'alimentazione a km 0, nel rispetto della biodiversità e la promozione di frutta e ortaggi autoctoni, mantiene più elevati contenuti di nutrienti rispetto alle varietà che normalmente si ritrovano sul mercato locale e in quello di nicchia, costituito in modo particolare di frutta esotica. Ciò può costituire, insieme ai dati di caratterizzazione biochimica, molecolare, nutraceutica e salutistica - dati sviluppati anche da altri gruppi di ricerca coinvolti nel progetto - un importante elemento di valorizzazione, ed aprire così nuovi filoni di ricerca sul germoplasma locale.

In quest'ambito, si intende realizzare anche un progetto di ricerca sulle fitotecnologie, capaci di intervenire per recuperare e promuovere i processi biologici naturali di degradazione dei contaminanti presenti sul suolo, acqua ed aria in linea con la sostenibilità ambientale. Le fitotecnologie sono strumenti di ripristino ambientale che si servono di enzimi, piante erbacee, alberi, microrganismi o alghe per il trattamento di contaminanti come metalli pesanti, elementi radioattivi e composti organici nel suolo, nelle acque di falda, nelle acque superficiali ed in scarichi di origine agricola, civile o industriale.

L'utilizzo di queste tecniche di risanamento offre prospettive di applicazione molto elevate soprattutto per i costi di intervento più che contenuti rispetto alle tecniche di bonifica tradizionali, ma soprattutto per il suo fondamentale impatto ambientale.

Il lavoro di ricerca sul fitorisanamento e sulla fitodepurazione si propone di indirizzare e supportare i coltivatori nell'individuare quali tipi di piante, enzimi, microrganismi, alghe sono utili - a seconda del tipo di sostanze presenti nel suolo, nell'acqua e nell'aria - per risanare le aree contaminate.

I prodotti coltivati in terreni sani, nei pressi di aree contaminate, si adattano all'ambiente producendo molecole dette "fitochelatine", ossia batteri, micorrize (funghi) e sali minerali, utili a comunicare attraverso le radici (neurobiologia vegetale) a difendersi dai metalli tossici presenti nel suolo.

In tal senso, la Fondazione ha già avviato fattive collaborazioni con produttori del territorio già monitorato, imprenditori agricoli le cui coltivazioni a breve saranno anche "certificate" libere completamente da metalli pesanti, come del resto lo saranno tutte le altre aziende che hanno già dato la loro adesione al programma/progetto.

Socialità

Convergono in questo ambito attività relative la formazione/sensibilizzazione alla adozione di un corretto e sano stile di vita attraverso:

Promozione di aziende agroalimentari biodinamiche

Convegni

Pubblicazioni/bibliografia/riviste/articoli

La cucina di Marilù